Il gioco di Ender è uno dei classici della fantascienza. Come spesso succede a questo genere, la fantascienza è solo un mezzo per il vero tema del romanzo. Qui tutto ruota intorno alla psicologia dei personaggi.
Prima di affrontare la trama, voglio parlare della fortuna di questo romanzo. Il gioco di Ender ha vinto i due principali premi della letteratura fantascientifica (Premio Hugo e Premio Nebula nel 1985), ha causato la pubblicazione di contro-libri che criticano alcune teorie del romanzo e, soprattutto, "Diverse scuole in tutto il mondo hanno adottato Il gioco di Ender come libro di narrativa obbligatorio, alcune per gli aspetti psicologici, altre per lo sfondo fantascientifico. Oltre a istituti secondari e universitari negli Stati Uniti, in Canada e in Australia, il libro è stato adottato anche dall'Università dei Marines a Quantico (Virginia), come libro di testo sulla psicologia della leadership" (ho copiato da Wikipedia...).
Detto questo ecco la trama: l'umanità è in guerra con gli scorpioni e i governi cercano tra i bambini più dotati i futuri condottieri. Inutile dire che Ender non è un bambino normale...
Di solito non mi piacciono i libri che hanno per protagonista un bambino, soprattutto se geniale ed emarginato. Eppure questo libro l'ho letteralmente divorato. La caratterizzazione psicologica dei personaggi è precisa e verosimile che sembra, tanto che sembra davvero di essere tra quei ragazzi, si arriva quasi ad aspettarsi delle azioni e delle reazioni che poi puntualmente si avverano, non perchè sia scontato, perchè tutto scorre in modo naturale.
Il romanzo si porta dietro una tesi principale: chi commette un crimine inconsapevolmente, è innocente. Da questo sono partite le critiche e i contro-libri di cui parlavo prima...
In definitiva: un libro bellissimo, che si sciupa forse solo nelle ultimissime pagine, probabilmente per gettare le basi del secondo capitolo della saga. Secondo capitolo che, come ogni volta che mi trovo davanti unesordio esaltante, non ho avuto il coraggio di leggere...
Prima di affrontare la trama, voglio parlare della fortuna di questo romanzo. Il gioco di Ender ha vinto i due principali premi della letteratura fantascientifica (Premio Hugo e Premio Nebula nel 1985), ha causato la pubblicazione di contro-libri che criticano alcune teorie del romanzo e, soprattutto, "Diverse scuole in tutto il mondo hanno adottato Il gioco di Ender come libro di narrativa obbligatorio, alcune per gli aspetti psicologici, altre per lo sfondo fantascientifico. Oltre a istituti secondari e universitari negli Stati Uniti, in Canada e in Australia, il libro è stato adottato anche dall'Università dei Marines a Quantico (Virginia), come libro di testo sulla psicologia della leadership" (ho copiato da Wikipedia...).
Detto questo ecco la trama: l'umanità è in guerra con gli scorpioni e i governi cercano tra i bambini più dotati i futuri condottieri. Inutile dire che Ender non è un bambino normale...
Di solito non mi piacciono i libri che hanno per protagonista un bambino, soprattutto se geniale ed emarginato. Eppure questo libro l'ho letteralmente divorato. La caratterizzazione psicologica dei personaggi è precisa e verosimile che sembra, tanto che sembra davvero di essere tra quei ragazzi, si arriva quasi ad aspettarsi delle azioni e delle reazioni che poi puntualmente si avverano, non perchè sia scontato, perchè tutto scorre in modo naturale.
Il romanzo si porta dietro una tesi principale: chi commette un crimine inconsapevolmente, è innocente. Da questo sono partite le critiche e i contro-libri di cui parlavo prima...
In definitiva: un libro bellissimo, che si sciupa forse solo nelle ultimissime pagine, probabilmente per gettare le basi del secondo capitolo della saga. Secondo capitolo che, come ogni volta che mi trovo davanti unesordio esaltante, non ho avuto il coraggio di leggere...