29 maggio 2008

Elmore Leonard - Tishomingo Blues

Da Leonard sono state tratte molte sceneggiature. Forse perchè scrive quasi esclusivamente con dialoghi e il modo di parlare è quello classico dei film americani degli ultimi anni. Questo è il suo romanzo più famoso.

Hotel Tishomingo si trova in Mississipi. Dennis quell'estate si esibisce lì, tuffandosi dal trampolino a venticinque metri di altezza. Capita però che, durante uno spettacolo, dalla sua posizione privilegiata, si ritrovi testimone di un omicidio. Da qui, iniziano le sue vicissitudini, legate ad un particolare uomo di colore venuto da Detroit (a causa sua nel titolo c'è il blues...) e ad una della classiche ricostruzioni di una battaglia della guerra di Secessione.

Un libro che non conquista ma si lascia leggere molto volentieri. Ricrea un'atmosfera piacevole, tra un'America lontana dalle grandi città (ma comunque coinvolta nei loro giochi) e personaggi particolari. Forse la caratteristica migliore, ovvero l'unicità dei personaggi, tende a sminuire il realismo del romanzo: strano come non ci sia nemmeno un personaggio anonimo e mediocre...

26 maggio 2008

Samuel R. Delany - Babel 17

Babel 17 è un libro particolare. Stupisce e disorienta per l'originalità delle idee e la stranezza dei personaggi. Molti non sono riuscito nemmeno a immaginarli... Per quanto l'intreccio e lo stile meritino considerazione, voglio parlare di ciò che mi è rimasto del libro: l'importanza del linguaggio (non a caso si intitola Babel...).

L'idea di fondo è quella di sottolineare quanto il linguaggio influisca sul modo e, soprattutto, sulla velocità di pensare. Non è una cosa che viene spontaneo notare... ad esempio: supponiamo che per descrivere una situazione/oggetto/sentimento sia sufficiente una parola (nella nostra lingua); supponiamo ora che esista una lingua in cui non ci sia quella parola. Ecco, le persone che parlano la prima lingua, trovandosi di fronte a questa situazione/oggetto/sentimento, si ritroverebbero subito in mente la parola che la esprime. Invece una persona che parla la seconda lingua, si troverebbe nella posizione di dover cercare una perifrasi per descrivere situazione/oggetto/sentimento, rallentando così ogni reazione.

Tutto questo perchè pensiamo con le parole che conosciamo. La nostra mente sarà grande e complessa solo alla presenza di tante parole diverse.

18 maggio 2008

Giovanni Allevi - Back to life

Back to life. Back to life, dopo un concerto così... non è facile.

Quando le luci si abbassano Giovanni entra correndo (in un modo tutto suo...), si ferma davanti al piano e con poche, semplici parole, presenta il concerto: la musica ripercorre la sua vita, dalla primissima Japan, alla celeberrima Come sei veramente, eseguita come terzo e ultimo bis.

Colpisce l'atmosfera di semplicità e intimità, non sembra di stare in un teatro, sembra di stare nel salotto di casa, con un amico conosciuto da sempre, che si mette a suonare il piano. Sarà la sua espressione o il suo abbigliamento casual, o le brevi frasi con cui presenta le sue composizioni. Tra richiami alla vita vissuta, alla filosofia e tanta simpatia. Una simpatia naturale, non costruita su un copione. Memorabile la scena dei ringraziamenti.

Per ultima ho lasciato la musica. La vera protagonista della serata.
Go with the flow. Il metodo migliore. Lasciarsi trasportare dal flusso delle note, dalla melodia. Non posso descrivere il trasporto, l'entusiasmo e l'impegno con cui Giovanni ha suonato le sue composizioni. Senza l'ombra di uno spartito. Ormai tutti conoscono Come sei veramente e Panic grazie alla pubblicità. Sono solo la punta di un iceberg... un lista delle migliori per me: Back to life, Panic, Come sei veramente, Downtown, Portami via, Ciprea, Notte ad Harlem, Monolocale 7.30 a. m....

Si è congedato con le note di Come sei veramente e un arrivederci... arrivederci!

14 maggio 2008

Miguel Sousa Tavares - Equatore

Voglio continuare il filone dei libro svolti sulle isole. Questo è ambientato nelle isole di Sao Tomè e Principe, due insignificanti colonie portoghesi agli inizi del '900.

Luis Bernardo Valença, scapolo ricco e affascinante, viene spedito, dal Re, nelle insignificanti colonie di Sao Tomè e Principe, con la missione dimostrare al console inglese quanto siano avanzate e non schiaviste le colonie portoghesi.

Inutile dire che queste colonie, come quelle inglesi, erano sia schiaviste che arretrate. Quindi il povero Luis si ritrova completamente solo e isolato nell'oceano, in un ambiente ostile, con grandi responsailità. Oltre alle difficoltà con i coloni e i coltivatori, si aggiungono i problemi sentimentali: il nostro Luis si innamora della giovane moglie del console inglese. Pessima scelta. Non tanto perchè sposata, quanto per il soggetto.

Il libro è molto ben scritto e ambientato. Sembra davvero di immergersi in quell'epoca tanto affascinante (per me..). Anche il finale, per quanto non approvi la scelta di Luis, è compiuto e sensato. In definitiva, non è un capolavoro, ma è sicuramente molto piacevole.

10 maggio 2008

Graham Greene - Il nostro agente all'Avana

L'immagine è la copertina del film. Complice della pigrizia, un impossibilità di trovare in rete un'immagine decente di quella del libro.

Il nostro agente all'Avana si svolge, inaspettatamente, all'Avana, in una Cuba pre-rivoluzione. L'agente, in verità, è un semplice venditore di aspirapolvere che, per arrotondare, si lascia arruolare nei servizi segreti inglesi. Il divertimento si impenna quando inizia ad inventare clamorose indiscrezioni e passa alla base alcuni disegni tecnici di una misteriosa macchina da guerra...

Tra scene di vita familiare, ammirazione dei sottoposti, clamorose coincidenze e spie (vere e false), si dimentica il tempo. L'ho letto tutto in una notte; la mattina dopo, per quanto vistosamente assonnato, ho visto nello specchio un sorriso di soddisfazione e di amarezza, il solito che accompagna la fine dei libri a cui mi sono affezionato.

6 maggio 2008

Kazimir Severinovič Malevič - Red Cavalry Riding

Malevič, come tutti gli intellettuali russi vissuti a cavallo tra il 19mo e il 20mo secolo, ha avuto popolarità e successo, fino a che non è diventato scomodo. Dopo la rivoluzione ottenne molti riconoscimenti e cattedre, oltre ad una certa libertà. Il fattore che rovinò Malevič furono le amicizie; in seguito ad alcune mostre dei suoi quadri in Polonia e in Germania, ebbe modo di conoscere molti artisti tedeschi (o che al momento vivevano lì). Per il regime russo ciò era sufficiente. Venne arrestato e i suoi appunti distrutti. Morì dopo pochi anni dall'incarcerazione.

Malevič è stato uno dei pochi futuristi non italiani, ma andò anche oltre. Fu astrattista e fondatore e uno dei maggior esponenti del suprematismo. Ecco cos'è con le sue parole:
Per suprematismo intendo la supremazia della sensibilità pura nell'arte. Dal punto di vista dei suprematisti le apparenze esteriori della natura non offrono alcun interesse; solo la sensibilità è essenziale. L'oggetto in sé non significa nulla. L'arte perviene col suprematismo all'espressione pura senza rappresentazione.
Forse è andato un po' oltre... un quadro bianco con un cerchio o un quadrato nero mi sembra troppo (poco...).

Red Cavalry Riding è un'opera della maturità, quando gli estremismi suprematisti si stavano affievolendo e le relazioni con i tedeschi rafforzando.