30 marzo 2008

Test psicologico

Ho fatto un test sul sito Altamira.it che si basa su i tipi psicologici di Jung. Il risultato mi descrive in modo così sorprendentemente preciso, che ho deciso di riportare il risultato:












Tipo INT

Orientamento: Introverso

Funzione dominante: Intuizione

Funzione d'appoggio: Pensiero

Funzione terza: Sentimento

Funzione inferiore: Sensazione

Tendenza: Percettiva

Questo tipo introverso intuizione è probabilmente il più astratto di tutti i 16 tipi. Distaccato e intellettuale è dotato di una personalità complessa. è creativo, curioso ed è capace di percepire molto rapidamente e prima degli altri le possibilità o potenzialità che una situazione presenta. Possiede una grande capacità di concentrazione ed ha una notevole capacità di sintetizzare in maniera immediata le informazioni che riceve. Presta però una scarsa attenzione ai dettagli. Come tutti gli intuitivi, è stimolato dai nuovi problemi da risolvere. Riesce ad elaborare soluzioni originali ed argute ma è poco interessato dal metterle in pratica. La sua funzione inferiore è la sensazione. A questa caratteristica si aggiunge la sua introversione. Il risultato è una bassa propensione ad immergersi nel mondo o a cercare di dominarlo. Puù avere difficoltà a prendere delle decisioni. Si muove con maggiore destrezza ed audacia nel mondo delle idee che in quello materiale. La forza delle idee può essere tale da fargli compiere delle imprese anche straordinarie, ma questo tipo corre il rischio di trascurare aspetti importanti della realtà e di perdersi nei suoi pensieri. è comunque sicuramente più adatto ad avviare un progetto che non a stabilizzarlo o a gestirlo quando è diventato maturo. Malgrado una frequente timidezza in ambito sociale, possiede una marcata sicurezza o forza interiore. è molto indipendente, poco influenzabile, scettico. Sovente capace di ironia. Nelle situazioni di crisi o molto complesse sa mantenere la calma ed esser paziente. è in compenso molto impaziente con i dettagli di routine. Grazie alla sua funzione secondaria, il pensiero, è una persona molto logica e analitica. Possiede pertanto un'ottima capacità di organizzare le sue intuizione. è molto aperto alle nuove idee. Sul piano delle relazioni possiede una certa difficoltà di comunicazione: la sua tendenza ad essere astratto e intellettualmente preciso rischia di renderlo poco chiaro ai comuni mortali! Inoltre non è particolarmente portato a prestare attenzione agli aspetti che appartengono alla sfera emotiva e sentimentale. Esteriormente viene percepito come una persona calma e riservata. Sul piano professionale può svolgere lavori intellettualmente impegnativi. è bene che eviti lavori con dettagli di routine. Le sue capacità di sintesi e innovazione possono essere preziose per risolvere problemi anche molto complessi.

29 marzo 2008

Robert J. Sawyer - Mindscan

Un altro libro molto interessante pubblicato su Urania. Mindscan è ambientato in un futuro abbastanza prossimo, dove un compagnia offre la possibilità di scannerizzare la propria mente ed installarla su un corpo nuovo, robotico, immortale. Proprio per ingannare la more, molti ricchi e anziani personaggi corrono a farsi scansionare, facendosi poi sostituire in tutto dalla copia e ritirandosi su un pensionario sul lato oscuro della luna.

Due i protagonisti:
Jake è giovane ma ha una malformazione genetica che lo tiene sull'orlo della vita da sempre. Si fa scansionare e va sulla luna ma... dopo pochi giorni un professore scopre la cura...
Karen è un vecchia scrittrice di successo, con un'enorme patrimonio che muore pochi giorni dopo la scansione. Il figlio, saputo per caso della morte della madre originale (avvenuta sulla luna) fa causa alla copia per ottenere l'eredità.
Intanto la nuova Karen e Jake, liberati dalla differenza di età diventano una coppia di amanti.

La prima parte del libro è molto scorrevole e divertente, ogni pagina fa riflettere su qualcosa, l'autore non spreca una parola. I personaggi risultano forse un po' troppo brillanti... ma la lettura è molto piacevole. La seconda parte è incentrata sulla causa ed è molto interessante. Infatti le due parti postano molte prove e testimonianze di studiosi che, esprimendo le loro teorie, cercano di influenzare la giuria.

Per me i migliori spunti del libro sono:
- la riflessione sul diritto d'autore
- la riflessione su coscienza e zombie
- la riflessione sulla vita degli embrioni

Unica pecca di questo libro? La stessa che ultimamente affligge la maggior parte dei libri che leggo... il finale non mi piace, meglio saltare gli ultimi due o tre capitoli e l'epilogo...

P.S. alla fine del libro c'è una lunga bibliografia. L'autore, per parlare così approfonditamente di coscienza, si è documentato approfonditamente...

28 marzo 2008

Caspar David Friedrich - Monastery Graveyard in the Snow

Le opere di Friedrich mi comunicano perfettamente quel senso romantico del sublime, tipico del romanticismo tedesco. Sarebbe stato troppo facile trovare il sublime nel Viandante sul mare di nebbia o nel Mare di ghiaccio, io lo cerco in quest'opera. Lo trovo grazie a Schopenhauer, il filosofo diceva che il sentimento del Bello è semplicemente il piacere provato guardando un oggetto piacevole; il sentimento del Sublime, invece, è il piacere che si prova osservando la potenza o la vastità di un oggetto che potrebbe distruggere chi lo osserva.

Facile intuire cosa possa distruggerti guardando un cimitero... c'è anche il rudere dell'abside di una chiesa, non solo il tempo distrugge le persone, anche quello che fanno... non sono depresso, sono davanti a qualcosa di sublime e sento tutta la mia piccolezza.

27 marzo 2008

Fëdor Dostoevskij - Delitto e castigo

Curioso che abbia scoperto uno dei libri che mi è piaciuto di più in assoluto, tra le pagine di un libro che mi è piaciuto veramente poco. Infatti devo ringraziare Pennac che, nel suo super-noioso Come un romanzo, riporta le prime frasi di Delitto e castigo.

Quindi ho deciso di riproporre proprio quelle frasi, tralasciando trama e impressioni. Dopotutto queste poche parole mi hanno costretto a leggere un libro che si porta dietro una fama (per me immotivata) di pesantezza, in pochissimi giorni.
Premetto che non hanno niente di speciale, non succede niente... ma creano un'atmosfera particolare, ho letto quasi tutti i libri di Dostoevskij, in nessuno mi sono immedesimato così tanto e fin da subito, prima ancora di conoscere Raskol'nikov, ero già lui.

All'inizio di un luglio caldissimo, sul far della sera, un giovane uscì dallo stambugio che aveva in affitto nel vicolo S., scese nella strada e lentamente, quasi esitando, si avviò verso il ponte K.
Ebbe la fortuna di non incontrare per le scale la padrona di casa. Il suo stambugio si trovava proprio sotto il tetto di un edificio alto cinque piani, e sembrava più un armadio che una stanza. La padrona di casa che gli affittava quel buco, vitto e servizi compresi, abitava una rampa di scale più giù, in un appartamento indipendente, e ogni volta, per uscire in strada, egli era costretto a passare davanti alla cucina della padrona, che teneva quasi sempre spalancata laporta sulle scale. Ogni volta che passava davanti a quella porta, il giovane provava una sensazione vaga e invincibile di paura, e poichè se ne vergognava, faceva una smorfia di stizza. Era sempre in arretrato con l'affitto, e temeva di imbattersi nella padrona.
Non che fosse timido e vile a quel punto, tutt'altro; ma da un po' di tempo attraversava uno stato di irritabilità, e di tensione molto vicino all'ipocondria. Si era talmente chiuso in se stesso e isolato dal resto del mondo che la sola idea di incontrare qualcuno - non solo la padrona, ma chiunque - lo metteva in agitazione. Era afflitto dalla miseria; eppure persino le ristrettezze, negli ultimi tempi, non gli pesavano più. Aveva smesso del tutto di occuparsi dei problemi quotidiani, ed era ben deciso a continuare così. In fondo, non aveva affatto paura della padrona, qualsiasi cosa potesse macchinare contro di lui. Ma essere fermato sulle scale, costretto ad ascoltare ogni sorta di assurdità su stupidaggini di cui non gli importava un bel niente, le insistenze perché pagasse l'affitto,tutte le minacce e le querimonie che lo obbligavano a destreggiarsi, a scusarsi, a mentire - ebbene, no: meglio sgattaiolare in qualche modo giù per le scale e svignarsela senza farsi vedere da nessuno.

25 marzo 2008

Cinzia Tani - L'insonne

Interrompo temporaneamente il momento francese e propongo, con la solita copertina a bassa qualità (figlia della pigrizia, non capisco perché la scannerizzazione mi sia così odiosa...), un libro italiano.

Cinzia Tani è una scrittrice affermata che non disdegna la radio e la televisione e che, nel 2004, è stata insignita della carica di Cavaliere su iniziativa di Ciampi in persona!

Malgrado la copertina, il libro non è incentrato sul nazismo, piuttosto sugli effetti di uno dei molti folli esperimenti (reali o presunti tali) svolti dai ricercatori del Reich. Il titolo è l'innesco della vicenda, l'esperimento ha la finalità di creare un esercito che non abbia bisogno di dormire. Non anticipo se Max, Sophie e Thomas siano successi o insuccessi... La base comune dei tre protagonisti è l'infanzia relativamente difficile e la terribile adolescenza. Infatti il padre di Max inizialmente risolve i problemi di Sophie e Thomas, senza il suo intervento di certo non avrebbero avuto un futuro. Da salvatore diventa poi un torturatore che, come spesso succede in quelle situazioni, lo fa in buona fede, accecato dal suo progetto e dalla propaganda di Goebbels, non si rende effettivamente conto di quello che fa. Sto dicendo troppo, ad un certo punto succede qualcosa di inaspettato (all'interno di una situazione prevedibile) e tutto cambia. Con varie peripezie la vicenda arriva a Parigi, dove troverà scioglimento.

I tre personaggi sono molto diversi, vivono vite staccate e vagamente parallele che li portano ad incontrarsi periodicamente o a sfiorarsi impercettibilmente, secondo me sarebbe una storia perfetta per una trasposizione cinematografica. Da romanzo storico ad avventura, da romanzo intimista e psicologico a giallo puro.

20 marzo 2008

Guy de Maupassant - Bel-Ami

Bel-Ami aveva l'obbiettivo di mostrare parte degli innumerevoli difetti della società francese (parigina) di fine '800. Proprio Parigi e i suoi abitanti sono il background in cui Georges Duroy tenta la sua scalata sociale. La parete è molto ripida, ma con alcune regole, un po' di stile e molta astuzia, si può arrivare in cima, magari all'apice si trova un matrimonio conveniente, qualche speculazione finanziaria e qualche ragazza da circuire... ovviamente seduzione e relazioni extraconiugali sono gli appigli...

Si può affermare che Guy sia una creatura di Flaubert, infatti fu molto aiutato dall'affermato scrittore ad iniziare la carriera di giornalista e scrittore. Gli fece anche da tramite per conoscenze del livello di Zola e Turgenev. Nonostante Guy sia molto legato al suo mentore, la sua scrittura mi piace di più di quella di Flaubert ed è molto più scorrevole.

L'obbiettivo è raggiunto in maniera acuta e piacevole. Riesce anche ad essere molto attuale, a dimostrazione che la corruzione della società non cambia mai.

18 marzo 2008

Robert Delaunay e una certa torre ...

Continuano i post della sessione francese, dopo i primi due letterari, passiamo alla pittura.

Si parla di Delaunay, pittore che visse a cavallo tra il post-impressionismo, il cubismo (analitico e orfico) e l'astrattismo. Tra le sue opere che mi piacciono di più ci sono quelle della serie dedicata alla Torre Eiffel; in particolare, quella che preferisco è quella in alto a destra. Sono opere del 1909, quando Robert tendeva al cubismo.

Basta termini tecnici e date. Cosa mi trasmettono questi quadri? Guardadoli, mi sembra di essere davvero ai piedi della torre, uno di quei classici turisti che fanno la foto dal basso in alto cercando di creare giochi prospettici bellissimi (che poi si rivelano dei più banali...). Mi trasmette anche velocità, infatti non sono l'unico a vedere influenze del futurismo in questa serie...

16 marzo 2008

Alexandre Dumas - Il Conte di Montecristo

Il Conte di Montecristo è l'unico libro che ho letto due volte in vita mia, e non nascondo che avrei voglia di leggerlo di nuovo. Capisco le difficoltà che molti trovano a leggere la parte svolta a Roma, in effetti è la più lenta e inspiegabile del romanzo, solo nelle parti successive si potranno comprendere quegli eventi e quei personaggi. Capisco meno chi dice che è troppo lungo (o, per essere letterale, che ha troppe pagine), infatti credo che chiunque affermi una cosa del genere non sia una persona che apprezza la lettura. L'ultima pagina di un libro che ci appassiona è tremenda: non si vede l'ora che arrivi, si è bramosi di sapere coma andrà a finire, ma, quando si è letta, ci lascia un senso di vuoto, proviamo amarezza per la perdita di un libro che già ci manca.

Passiamo alla trama: il povero (e felice) Edmondo subisce una terribile ingiustizia a causa dell'invidia e dell'ambizione di molte persone... di conseguenza passa la vita ad organizzare una super-vendetta.

Il Conte diventa quasi un moderno super eroe dei fumetti, tutti i personaggi sono collegati (spesso in maniera imprevedibile e inaspettata), succedono tantissime cose, i sentimenti sono fortissimi, l'ambientazione storica è affascinante (c'entra anche Napoleone...), la vendetta definitiva, le informazioni (di ogni genere) innumerevoli... e pensare che un libro così pieno e intenso, dove ogni minimo particolare ha un senso ed un'utilità, sia solo un romanzo di appendice! Oltretutto uscito in 18 puntate su un mensile del tempo...

Io con questo libro ci sono cresciuto, penso che il mio modo di agire sia stato davvero influenzato da quello del Conte, chi mi conosce bene e ha letto il libro non potrà che confermare... peccato che non esista nemmeno una persona che abbia entrambi i requisiti...

15 marzo 2008

io voglio più vita

Tyrell: Quale sarebbe il tuo problema?
Roy: La morte.
Tyrell: La morte... beh questo temo sia un po' fuori della mia giurisdizione.
Roy: Io voglio più vita, padre!

Nella foto ho messo Racheal, mi piaceva di più di Roy e forse anche di Tyrell ;-)

Voglio fare un raginamento serio, voglio definire la vita biologica.

Io per essere vivente intendo: un organismo composto da almeno una cellula che, traendo nutrimento dall'ambiente circostante, è in grado di sviluparsi e mantenere attive le funzioni delle proprie cellule.

La questione discriminante può essere il tempo? Roy vuole più vita. Far morire Roy dopo pochi anni o dopo molti, cambierebbe qualcosa? I un certo senso si, se pensiamo che sia eticamente più giusto far morire esseri vecchi che giovani; mi spiego: supponiamo, per assurdo, di essere di fronte alla scelta di uccidere un uomo di trent'anni o suo foglio di dieci, su chi cadrebbe la scelta?

Tralasciamo un attimo l'etica, un essere diventa più vivo con il passare del tempo?
Una pianta è più viva dopo un secolo che appena germogliata?
Un trentenne è più vivo di un bambino appena nato?
Un bambino appena nato è più vivo di un bambino che stà per nascere?
Sono arrivato: un bambino che stà per nascere è più vivo dell'ovulo appena fecondato?

Io credo che ci sia un punto di non ritorno, chi lo oltrepassa deve prendersi la responsabilità della posizione che occupa.

13 marzo 2008

Gustave Flaubert - Madame Bovary

Mi sono reso conto di aver parlato molto di fantascienza e poco degli altri generi. Ho deciso di recuperare, iniziando con una carrellata di classici francesi.
Il mio rapporto con la Francia non è dei più idilliaci, in ogni caso cerco di essere obbiettivo e riconoscere i meriti. Che la prima tappa di questa escursione transalpina sia un libro che mi ha deluso è solo una caso... con il tempo sarà visibile per tutti...

Parliamo quindi di Madame Bovary, anche se non ho molto da dire. La rama è nota a tutti, la scrittura di Flaubert anche, sempre precisa e adeguata. Tuttavia sono rimasto molto deluso quando ho letto questo grande classico (non lo dico con ironia). Ho dovuto faticare molto per arrivare alla fine, che forse è la parte che mi è piaciuta di meno; infatti, simpatizzando sin dalle prime pagine col signor Bovary, sono rimasto troppo male per quello che fa/scopre/subisce alla fine del romanzo.

Un romanzo che comunque va letto, anche solo per conoscenza... però che delusione!

11 marzo 2008

Didier Lourenço - Jazz Rosso

Non conosco niente di questo artista catalano. Sul suo sito ufficiale c'è un'esauriente biografia e la galleria delle sue opere. Ce ne sono molte che mi hanno colpito, Jazz Rosso l'ho messa perché è quella che me l'ha fatto conoscere. Mi piacciono molto quelle su New York, quelle sulla musica e quelle sui paesini catalani... non metto la lista dei titoli perché sarebbe troppo lunga, mi limito a segnalare La metropoli, visione panoramica dei grattacieli di Manhattan, perché molto diversa dallo stile delle altre opere.

Dan Simmons - Hyperion

Per qualcuno che si avvicina alla lettura la cosa più importante è evitare libri difficili, uno shock iniziale potrebbe incrinare tutto un possibile futuro di lettore. Per la fantascienza questo vale ancor di più.

Introduzione abbastanza inutile per il taglio personale del blog, non mi avvicino di certo alla fantascienza o alla lettura con Hyperion.

Dan Simmons è molto stimato non solo dai cultori della fantascienza, infatti è uno scrittore poliedrico che tratta anche ricostruzioni storiche, avventure, gialli.... pluripremiato, insegna in Colorado in una scuola per ragazzi con intelligenza sopra alla media.

Da un uomo del genere e dal clamore mondiale raggiunto dai Canti di Hyperion, mi aspettavo molto. Forse troppo.
Mi piaceva che l'idea fosse ripresa da Keats (molto molto molto presente nel romanzo), mi piaceva lo stratagemma del pellegrinaggio (durante il quale i partecipanti raccontano della propria vita) ripreso da Chaucer (e, perché no?, da Boccaccio), mi piaceva l'idea che fosse il primo libro di una space opera composta da quattro volumi. Tutto ciò mi piace ancora... e notevole è il tasso di originalità presente nella situazione dell'umanità, dei viaggi spaziali, della tecnologia in senso lato.
Una cosa però mi ha reso la lettura difficoltosa: la drammaticità delle storie (leggendo il dramma umano di Sol, mi è venuto il groppo alla gola, ma anche le altre non scherzano...). La sofferenza raggiunge livelli davvero eccessivi, non capisco il perché.

Tralasciando altri dubbi che mi sorgono pensando al romanzo, chiudo con una certezza: non mi piacciono i romanzi che non finiscono; è vero, ci sono altri tre capitoli, ma, per il mio gusto, alcune parti della trama dovevano chiudersi in questo volume...

Il Mago di Oz non mi piace per niente! (solo chi lo ha letto può capire...)

P.S. spero, dopo aver parlato male del libro, di non ricevere una visitina dallo Shrike...

7 marzo 2008

Audrey Niffenegger - La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo

Tra poche ore sarà l'otto marzo. Sarebbe troppo banale scrivere dei problemi delle donne, delle donne che desidero o scrivere una semplice quanto banale frase di auguri.

Allora continuo nelle mie proposte per la lettura; questo libro è scritto da una donna ed è piaciuto sporattutto alle donne. Rendere il post più gradevole al gentil sesso mi sembra uno sforzo più grande e apprezzabile di un Auguri!


La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo narra la storia della moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo (mi piacciono i titoli lunghi, che raccontano quasi la trama...).

Affrontata la difficile descrizione della trama, passo alle mie impressioni: i viaggi nel tempo sono sempre affascinanti, ma spesso sono corredati da un'aura di super-tecnologia e terminologia tecnica che ne rende pesante e faticosa la lettura. Ecco che Audrey ci viene in soccorso: non c'è niente da spiegare o capire, i viaggi del protagonista sono una disfunzione inspiegabile (tipo una malformazione genetica). La parte difficile è tenere in mente la cronologia degli eventi, ma, con un po' di attenzione alle date, sarà possibile immedesimarsi nell'intricata vicenda. Trovarsi nudi in luoghi e tempi sconosciuti può essere scioccante, ma trovarsi a vivere o vedere eventi passati, persone che non ci sono più, chi ci sarà (o non ci sarà) nel tuo futuro... può esserlo ancora di più...

Ciliegina sulla torta, la vicenda è narrata in parallelo dalla moglie e dal marito, che vivono le stesse esperienze ma in tempi diversi... da leggere assolutamente!!!

6 marzo 2008

Dave Eggers - L'opera struggente di un formidabile genio

Nonostante il titolo sia un po' presuntuoso, quest'opera è notevole. La storia è vera, triste, tragica, coinvolgente, sconvolgente, ironica, vera. La scrittura mi ricorda un po' Salinger e Fante, forse con ritmi e parole più attuali ma con lo stesso modo di dialogare con se stessi e, sopratutto, con la stessa ironia a sdrammatizzare le difficoltà e le scene tragiche. Non voglio svelare niente della storia di Dave e di suo fratello Toph, merita di essere letta (e non a cuor leggero!).

4 marzo 2008

Bright Eyes - Something Vague

Bright Eyes è un gruppo di tre uomini, la foto l'ho messa solo per i fantastici bright eyes della modella (anche il nome del gruppo è ispirato dagli occhi di una ragazza)...

Non voglio parlare del gruppo, per questo c'è wikipedia, ma della loro canzone migliore (c'è davvero bisogno che scriva "secondo me"?): Something vague.
Something vague racconta brevi istanti di vita di una persona, una vita un po' monotona e senza grandi prospettive, e il sogno ricorrente dell'autore. Mi piacciono le canzoni che raccontano qualcosa di concreto eq uesta lo fa bene, con bella musica e grande intensità dal parte del cantante. Per chiudere, ecco le intense ultime parole:

But now I'm confused.
Is this death really you?
Do these dreams have any meaning?

No. No, I think it's more like a ghost
That's been following us both.
Something vague that we're not seeing,
Something more like a feeling.

3 marzo 2008

Umberto Boccioni

Boccioni, un cognome un po' sgraziato, una vita difficile, vissuta in parte sotto un'ideale che forse non condivideva nemmeno fino in fondo... ma che al fondo ce l'ha portato. Morire in guerra, anche se a soli 34 anni ci può stare... ma qui regna il paradosso. Il futurismo spingeva all'azione, alla guerra, gli intellettuali futuristi erano in prima linea (o meglio, in prima trincea) e c'era anche Boccioni, volevano cogliere lo spirito grandioso del supremo cambiamanto portato dalla distruzione... Boccioni non è morto in trincea, non gli hanno sparato, le bombe a mano e i mortai sono stati clementi, Bocioni è caduto da cavallo nelle retrovie, durante un'esercitazione.

La carica dei lanceri mi sembra perfetta per ricordare questo grande artista: c'è l'azione, il conflitto, le difficoltà, l'innovazione e.... i cavalli.